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al testo di Annalisa Scialpi
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La scimmia è muta dentro al suo zoo triste “Ridi, pagliaccio”.
I denti te li ha fatti mammà, nel calderone del brodo riscaldato con le ossa già piene di bugie.
Ridi col tuo abbeceddario di lettere spaiate che educò i padri a crocifiggere l’amore.
Ho ancora il tarassaco e la calendula, quella che presi e di cui ti dissi “usala per consolare il cuore”.
Ma tu battesti i piattini per lo spettacolo delle anatre tristi, le anatre appiccicose, senz’ali, che insozzano i prati che insozzano tutto.
Ed io dopo di te pensai alla specie homo inutilis come all’unica specie che non avrei mai più voluto incontrare.
Ora sono un cavallo giallo, un’amazzone floreale; nella mia isola cresce un piccolo angelo biondo che estrae ogni giorno, dalle ferite sepolte oro, oro, oro con le sue piccole mani d’oro… |
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